Le innumerevoli rose e gli oleandri che diffondono il loro profumo dal mare alle colline gli hanno dato il nome: Roseto degli Abruzzi (Teramo), chiamato anticamente (fino al 1927)Rosburgo. Affacciato sul mare Adriatico e compreso tra le foci dei fiumi Vomano e Tordino è la seconda città più popolosa della provincia.
Il suo lungomare si stende per oltre 6 Km, con un mare cristallino bandiera blu 2008 e nella stagione estiva è meta di numerosi turisti che possono beneficiare di strutture turistiche e alberghiere ben attrezzate.
Dal mare alla montagna: infatti Roseto degli Abruzzi si trova a pochi chilometri dal Parco Nazionale d’Abruzzo, comprendente il Gran Sasso e i monti della Laga che offrono piacevoli passeggiate in tutte le stagioni.
Nel periodo estivo il comune organizza numerose manifestazioni culturali (musicali, teatrali, cinematografiche,…) di forte richiamo, che principalmente hanno luogo nel suggestivo parco della Villa Comunale (ex Villa Ponno): antica villa patrizia e preziosa testimonianza dell’architettura ottocentesca.
A Roseto degli Abruzzi si svolge il torneo di basket più antico e famoso d’Europa:il “Trofeo Lido delle Rose” ha luogo ogni estate nel campo all’aperto dell’Arena 4Palme, posta al centro della città.
E un altro primato europeo è rappresentato dalla botte più grande d’Europa, che contiene 1000 ettolitri di vino ed è conservata nella cantina di Villa Mazzarosa De Vincenzi.
Se ci si trova a Roseto egli Abruzzi è doveroso recarsi ai piedi di un ulivo secolare a cui si attribuiscono più di 500 anni.
La cucina del comune (come del resto l’intera cucina della provincia di Teramo)vanta tradizioni secolari osservate fedelmente. Oltre al famoso pecorino piccante si possono gustare numerosi piatti a base di pesce, di carne (soprattutto agnello) e… di “virtù”:minestra con verdure, pasta e carne.
I chilometri di spiaggia, le pinete, le romantiche passeggiate sul lungomare e quelle più “avventurose” nei pressi del Parco Nazionale d’Abruzzo fanno della “Spiaggia fiorita sul mare” un luogo accogliente e sognante dove chi va, quasi certamente ci ritorna.
Autore: Silvia Bandera
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